Il calo delle nascite e l’allungamento della vita, fenomeno che in misura diversa stai interessando tutti i Paesi del mondo, avrà effetti dirompenti sulla struttura della popolazione mondiale negli anni a venire.
Secondo le previsioni delle fonti più autorevoli, dalle Nazioni Unite all'Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME)dell'Università di Washington, la Terra dovrebbe raggiungere il picco dei 9,7 miliardi di abitanti tra il 2050 e il 2065, per poi scendere a circa 8,8 miliardi nel 2100, anno nel quale, stando a uno studio recente pubblicato su Lancet, il 97% dei Paesi avrà ormai tassi di fecondità inferiori a 2,1 figli per donna, quota considerata necessaria a mantenere stabile la popolazione. L’età media degli esseri umani sulla Terra, insomma, è destinata ad aumentare drasticamente nei prossimi anni, i giovani saranno sempre meno, e la popolazione globale a un certo punto incomincerà a diminuire per cause demografiche.
A delineare l’evoluzione delle relazioni di parentela tra gli essere umani nel mondo è uno studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Pnas - Projections of human kinship for all countries, condotto da Diego Alburez-Gutierrez, dell'Istituto Max Planck per la ricerca demografica di Rostock, Ivan Williams dell’Università di Buenos Aires e Hal Caswell dell’Università di Amsterdam, dal quale emergono spunti interessantissimi legati in particolare alla dimensione della cura: reti familiari più sottili - scrivono i ricercatori - significa che le persone avranno meno parenti da cui trarre sostegno nelle fasi chiave del corso della vita.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)