Il Covid-19 sta colpendo duramente anche il Terzo Settore. Durante il primo lockdown il 78% ha fermato o dimezzato la propria attività. Il 41% prevede una riduzione delle entrate per il 2020 superiore al 50%.
È quanto emerge dall'indagine, condotta da Italia Non Profit, su 1.378 enti. Per oltre la metà di associazioni, cooperative sociali, fondazioni, onlus o consorzi, la pandemia sta incidendo negativamente in particolare sulle attività istituzionali e sulle raccolte fondi. Il blocco delle attività istituzionali ha riguardato in maniera trasversale tutti i settori: il 30% degli intervistati ha dichiarato un blocco nella attività formative ed educative; il 28,4% ha dovuto sospendere le iniziative dedicate al tempo libero e alle attività culturali; il 18,7% ha dovuto bloccare l’assistenza alle persone.
A farne le spese non solo le persone, spesso fragili, a cui le attività sono rivolte. Ma anche i dipendenti di questi enti. Il 30% delle realtà che hanno risposto sostengono che dal 20 al 50% dei propri dipendenti rischiano il posto di lavoro. Per ora il 38,5% degli enti è ricorso alla cassa integrazione per fronteggiare la crisi. La pandemia incide anche sulle attività di raccolta fondi: infatti solo il 7% dei rispondenti dichiara una crescita delle entrate da raccolta fondi rispetto al 2019.
I dati completi dell'indagine sono consultabili sul portale “Non Profit_Philanthropy_Social Good Covid-19 Report 2020”, che racconta e illustra lo stato degli enti non profit italiani in relazione all’emergenza sanitaria e gli aiuti a supporto del Terzo Settore messi in campo da fondazioni ed enti filantropici.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)