Con l’Italia che lentamente riapre, l’ultima frontiera dell’isolamento degli anziani, il luogo dove si resta soli, con l’unico conforto di una visita ristretta, è l’ospedale. Le regole anti Covid continuano a impedire le visite anche ai pazienti dei reparti "normali", non Covid cioè, non terapie intensive. Chi entra deve avere il Green Pass, può fermarsi poco, magari non tutti i giorni e magari su prenotazione. Così il rischio è quello di ammalarsi di un male altrettanto grave: la solitudine. O la depressione. Senza più un familiare accanto e nell’endemica carenza di personale, accade che al di là delle terapie, del pranzo e della cena, nessuno si occupi di tutte quelle cose che rendevano umana una degenza. Un compito in passato demandato ai parenti degli stessi anziani ricoverati. Il Covid, all’inizio del 2020, ha travolto ospedali che avevano fatto enormi progressi sulle aperture. In alcune strutture c’era la possibilità di trascorrere giornate intere con i familiari anziani, pasti compresi, aiutando il decorso della malattia durante il ricovero.
Tutto è stato cancellato dal Covid. Per due volte, dopo la prima ondata, gli ospedali sono stati blindati. A luglio il decreto 105 ha dato la possibilità di «permanere nelle sale di attesa dei reparti», oltre che dei pronto soccorso. Tanto è bastato per far ripartire le visite, con il contagocce. Dario Manfellotto, direttore della medicina interna del Fatebenefratelli di Roma e presidente Fadoi, la Federazione nazionale dei medici della sua disciplina, spiega che le eccezioni ci sono ovunque e, nei casi più gravi, si permette al familiare di rimanere accanto al malato con meno limitazioni. «Siamo in uno scenario diverso, la sanità negli ultimi 18 mesi è cambiata, come è cambiato il mondo. Non torneremo ad avere ospedali tutti aperti». A parlare è Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere. Anche se l’infezione si ritirerà, gli ospedali continueranno a essere posti da proteggere, perché accolgono persone fragili. «Dobbiamo cambiare, anche con l’aiuto del Pnrr, gli spazi di cura. Puntare sul domicilio, sulle strutture per le cure intermedie. Gli anziani andranno assistiti in modo diverso». E quando dovranno per forza andare in ospedale non potranno avere accanto i loro cari molto a lungo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)