In questi giorni siamo investiti da notizie drammatiche riguardanti il sistema delle case di riposo.
Molto sarà da cambiare, ma non permetteremo la distruzione di un sistema pieno di limiti che, però, almeno in alcune regioni, permette la sopravvivenza alle persone non autosufficienti che non possono più essere assistite nel loro domicilio a causa della situazione di salute, che richiede impegni che la famiglia non è più in grado di offrire.
In questi giorni con scarso senso di opportunità, alcuni insistono sulle alternative alla casa di riposo (assistenza domiciliare, cohousing, ecc.) come modalità per “svuotarle”.
Questi “modernizzatori” non si rendono conto della realtà. I nostri concittadini ricorrono alle residenze per anziani quando le condizioni di salute richiedono cure qualificate sul piano clinico e assistenziale, che non possono essere prestate in maniera adeguata a casa. Alcune indicazioni per il futuro.
Sarà necessario chiedere alle Regioni di allentare, razionalizzandole, le pratiche burocratiche che sono state emanate in questi anni.
Altro punto delicato riguarda la formazione degli operatori; devono ricevere una cultura specifica per il lavoro nelle residenze, che è diverso da quello prestato nel territorio o negli ospedali.
Quindi è necessario prevedere una parte del curriculum universitario dedicato specificamente a questi compiti, con un trattamento economico e normativo simile a quello degli altri comparti della sanità.
Sul momento è necessario provvedere alla separazione degli ospiti in base alla positività o meno dei tamponi. Vi sono ancora incertezze sui movimenti degli ospiti sia in entrata che in uscita, ancora non del tutto adeguata la disponibilità di strumenti di protezione, incerta la formazione di equipe di supporto, incerti i numeri di morti.
Inoltre, nel sottofondo vi è una linea politica - appena accennata, ma purtroppo diffusa - che considera le strutture per anziani come realtà esterne al welfare regionale, per cui devono costruire da sole il proprio futuro.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)