Le quasi 5mila Rsa, pubbliche e private, che oggi in Italia accolgono circa 30mila over 65 soprattutto non autosufficienti, sono ancora indispensabili nell’assistenza e la cura degli anziani più fragili. In base ad una stima Istat, questi ultimi nel nostro Paese supereranno i 5 milioni già nel 2030. È necessario quindi un rilancio del loro ruolo con un progetto di “riconversione” che gli consenta di rinnovarsi e integrarsi sempre di più con i servizi domiciliari e socio-sanitari presenti sul territorio: i due sistemi, residenziale e domiciliare, non sono alternativi.
Domotica, telemedicina, nuove professionalità e la convocazione di una conferenza nazionale delle Rsa finalizzata a definire un efficiente modello di “long term made in Italy”, capace di dare risposte su misura ai bisogni degli anziani, sono le proposte del non profit socio-sanitario di Uneba, l’associazione di categoria che riunisce oltre 900 enti di radici cristiane.
Se n’è parlato a Milano nell’incontro, promosso da Serenity, sul tema “Uneba: senza le Rsa non c’è futuro per l’assistenza agli anziani”. «L’età media degli anziani al loro ingresso in Rsa è 86 anni e più di uno su tre (il 34%) ha bisogno dell’assistenza del personale delle strutture per alimentarsi», ha precisato Antonio Sebastiano, direttore dell’Osservatorio Rsa dell’Università Cattaneo di Castellanza (Varese) sottolineando che gli ospiti delle Rsa sono persone estremamente fragili e che difficilmente possono essere assistite a casa propria.
Il 63% delle donne oltre i 50 anni svolge la funzione di caregiver informale nel proprio nucleo familiare ma la struttura della famiglia italiana è cambiata e in futuro, paventa Sebastiano, ci saranno sempre meno figure di questo tipo: aumenterà quindi la pressione sui servizi.
L’Italia è molto indietro rispetto all’Europa sia per la residenzialità, con i suoi 270 mila posti letto, che per la domiciliarità. Marco Trabucchi, direttore scientifico del Gruppo di ricerca geriatrica di Brescia, ha messo l’accento sul rispetto della dignità dell’individuo anziano che è possibile solo se la risposta ai suoi bisogni è specifica e pertinente. Per il geriatra in Rsa le crisi legate all’invecchiamento - polipatologia, demenza, non autosufficienza, solitudine, povertà, mancanza di caregiving - trovano qui una ricomposizione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)