In occasione del “Keiro no Hi”, Festa degli Anziani che si svolge in Giappone ogni anno, quest’anno festeggiata il 16 settembre, si è ricordato che nel Paese, la popolazione con più di 65 anni, ha raggiunto il 28,4 per cento del totale, dati che lo rendono lo Stato più «vecchio» del mondo. La situazione nei prossimi anni, dicono le stime, peggiorerà ulteriormente e porterà un peso insostenibile sul sistema pensionistico nipponico che già accusa segnali di cedimento. Per questo gli anziani restano il più tempo possibile al lavoro, sia per garantirsi il necessario al proprio benessere, sostenere quello di figli e nipoti, e sia per dare un contributo indispensabile a una forza-lavoro in drammatica ristrutturazione. Dai dati ministeriali risulta infatti che gli ultrasessantacinquenni sono il 13% dei lavoratori, spinti a restare attivi dall’ampia disponibilità di occasioni d’impiego anche saltuario e part-time e le necessità dovute ai limitati livelli pensionistici. Anche se l’età della pensione resta ufficialmente a 60 anni, realmente si lavora fino ai 70 anni. Per questo è stata depositata in Parlamento una proposta di legge per abolire l’età del pensionamento e incentivare la permanenza al lavoro oltre i 70 anni nelle aziende private, ed è anche pronto un altro provvedimento che amplierebbe il limite d’età lavorativa a 75 anni.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)