Il bridge, un’attività capace di allenare il muscolo del cervello e di far nascere anche delle vere amicizie, a Mendrisio, in Canton Ticino, ha trovato terreno fertile. Il club locale può, infatti, vantare numerosi soci che neppure la pandemia è riuscita ad ‘allontanare’. Luciano Mella, presidente ad interim, confrontandosi con un’emergenza sanitaria che ha costretto al distanziamento sociale e a precise regole anticontagio, ha ideato nuove modalità per mantenere l’attività e il suo contenuto sociale. «Uno degli obiettivi di questo gioco è proprio lo stare insieme, se pensiamo soprattutto alla maggioranza degli iscritti appartenenti alla terza e quarta età – afferma il responsabile –. Il Covid avrebbe potuto compromettere tutto, non solo la sua pratica ma, in particolar modo, la necessità di condivisione, confronto, incontro appunto».
La soluzione è stata pertanto quella di individuare delle piattaforme online, dall’americana Bbo all’inglese ‘Realbridge,’ capaci di attivare una telecamera e un microfono fra i partecipanti. La volontà di stare insieme e di non isolarsi hanno prevalso, anche perché, come gli scacchi, il bridge è un gioco d’intuito e di intelligenza, in grado di esercitare il cervello, di farlo ragionare, aspetti molto salutari e fondamentali per il benessere della persona soprattutto nella terza età.
L’esperienza non è rimasta isolata, ma anzi ha svolto un fondamentale ruolo di apripista in altri consessi cantonali, grazie anche allo scambio tra i 4 club ticinesi (Magliaso, Lugano e Bellinzona gli altri tre), iniziato con video incontri tra il personale direttivo e operativo, che hanno permesso scambi e libera circolazione di idee e pratiche. In questo modo gli anziani soci hanno potuto mantenere una continuità di gioco e di rapporti umani, che ha permesso loro di divertirsi, riuscendo ad evadere, anche se per poco, dalla pesante realtà circostante. Il computer in questo caso ha svolto il ruolo di unione tra le persone, anche se - dopo un anno – torna prepotentemente la voglia di incontrarsi e di tornare alla ‘vecchia’ normalità.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)