La crisi del coronavirus ha mostrato una solida coesione intergenerazionale e una grande solidarietà nei confronti delle persone più a rischio. A rivelarlo un'indagine condotta da Pro Senectute Svizzera sulla base di un sondaggio condotto su oltre 1200 ultracinquantenni dall’istituto demoscopico gfs-zürich. Quasi due intervistati su cinque ritengono che, attualmente, sia difficile valutare se l’immagine che i giovani hanno dell’anzianità, possa venire pregiudicata in un’ottica di lungo periodo. Il 14% prevede, invece, uno sviluppo negativo. A essere particolarmente inquiete sono le persone di età compresa tra 50 e 65 anni: «questa categoria sta ancora lavorando e non sa come si svilupperà la situazione nel loro lavoro», indica all’agenzia Keystone-ATS Peter Burri, responsabile della comunicazione di Pro Senectute. Un segnale di insicurezza da non sottovalutare, considerato che la Svizzera si basa sulla coesione consensuale tra generazioni, che permette di garantire stabilità e benessere.
(Fonte: tratto dall'articolo)