Il Presidente della Comunità di Sant’Egidio ha rilanciato dalle pagine del Corriere il suo manifesto per supportare gli anziani, la categoria di persone che più ha sofferto in termini di vittime e di isolamento.
E questo dato riguarda tutti gli strati sociali, poiché in Italia dai dati Istat risulta che l’85% dei decessi per effetto del Covid-19 sono tra gli over 70. L'Istituto superiore della Sanità inoltre segnala il numero elevatissimo di morti tra gli anziani nelle Rsa e nelle case di riposo, che è doppio rispetto a quelli che vivevano nelle loro abitazioni.
La richiesta è di un intervento immediato per ripensare la società, con una rinnovata solidarietà intergenerazionale e nuovi modelli di assistenza e cura per i più vulnerabili.
La Comunità di Sant’Egidio aveva promosso già il 20 maggio un appello internazionale che ha già raccolto decine di migliaia di firme. «Senza anziani non c’è futuro. Per riumanizzare le nostre società, no a una società selettiva» è un manifesto che richiede una nuova visione, dove, come ha già detto da Papa Francesco, gli anziani non siano considerati «materiale di scarto».
Tutti, si spera, arriveremo ad essere anziani ed avremo quindi bisogno, come in ogni altra fase della vita, di relazioni umane e di vicinanza. Infatti oltre al virus, ciò che più a reso difficile la cura degli anziani mentre era in corso la pandemia, è stata proprio la solitudine. Contro quest'ultima esiste però già un vaccino, che è l’attenzione verso i cittadini più fragili.
Questo appello vuole tenere alta l'attenzione, per evitare che ci si ritrovi di nuovo davanti al dilemma del «dover» scegliere chi curare, contrario a ogni principio umano e costituzionale, nonché alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: «Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona».
Il manifesto inoltre vuole promuovere un discorso di ripensamento dei sistemi sanitari, per arrivare ad una maggiore domiciliarità delle cure e alla costruzione di reti di prossimità per gli anziani, con un monitoraggio attivo per chi abita da solo.
Dovrebbero essere le istituzioni a farsene carico favorendo nuove soluzioni, come ad esempio il cohousing e i condomìnî protetti che permettono di vivere a casa anche in età avanzata e in presenza di serie patologie. in questo modo si potrebbe realizzare una svolta che porterebbe spese sanitarie più contenute e maggiore protezione per gli anziani.
Occorre però fare presto e ricordare le parole proferite dal cardinal Martini nel 1990: «Sulla dignità della vita offerta agli anziani si misura il profilo etico di ogni società e dell’Europa: è un test che mostra l’eticità della convivenza umana».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)