La fragilità è una sindrome geriatrica di ridotta resistenza a fattori di stress a causa di una diminuzione della riserva fisiologica ed è diventata sempre più rilevante nel campo della medicina cardiovascolare a causa dell’invecchiamento della popolazione.
La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria definisce fragile”un soggetto di età avanzata o molto avanzata, affetto da multiple patologie croniche, clinicamente instabile, frequentemente disabile, nel quale sono spesso coesistenti problematiche di tipo socioeconomico, quali povertà e solitudine”.
I pazienti fragili hanno un probabilità molto più alta, rispetto ai soggetti non fragili, di sviluppare eventi avversi e complicanze. L’età anagrafica però da sola non basta a caratterizzare l’eterogeneità dei pazienti più anziani ed è perciò necessaria una valutazione appropriata della fragilità, importante per stimare l’effettiva età biologica.
Tutti gli strumenti proposti condividono gli stessi elementi di base: lentezza del cammino, debolezza muscolare, ridotta attività fisica, perdita di peso non intenzionale, deficit cognitivo. In particolare la velocità di cammino ha una forte associazione con la sopravvivenza ed è facilmente misurabile con il ‘test del cammino dei 6 minuti’o 6MWT.
Il test è di facile esecuzione e riflette da vicino l’attività quotidiana, permettendo di valutare tutti i sistemi coinvolti nell’esercizio: cardiopolmonare, respiratorio, circolatorio e neuromuscolare. I soggetti con una velocità del cammino minore di 0,6 minuti al secondo si caratterizzano per un fragilità avanzata e una ridotta aspettativa di vita rispetto ai soggetti con una velocità maggiore di 1 metro al secondo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)