Luigi Ferrannini, consulente del Ministero degli Affari Esteri per lo sviluppo di Programmi di Cooperazione Internazionale nell’area dell’assistenza psichiatrica e della salute mentale in Paesi in situazioni di conflitto afferma: "La solitudine è una “parola valigia”, che dentro di sé contiene molte forme possibili di solitudine. Non escludiamo che ci sia una certa percentuale di persone che – per il loro stile di vita e per la loro personalità ed abitudini – tenda a essere più isolata ed avere meno relazioni e contatti sociali: è necessario perciò fare attenzione a non "patologizzare" questo tipo di solitudine più fisiologica. C’è poi invece una solitudine che isola dai rapporti sociali, che non consente legami affettivi, che mette in difficoltà gli stessi meccanismi neurobiologici di apprendimento.
Il declino cognitivo può essere accelerato dalla solitudine. Inoltre, va considerato che la solitudine non facilita una buona alimentazione e comporta molto spesso un aumento di consumo di alcol. Tutta una serie di fattori di rischio delle abitudini della persona che vivendo da sola sposta su altri elementi la sua gratificazione piuttosto che sulla relazione d’aiuto, sul contatto e sul rapporto con gli altri. Naturalmente, esistono molti psicofarmaci per la depressione, validati, efficaci, fondati sulle evidenze scientifiche. Sia per la prevenzione che per il trattamento, ci sono altre formule importanti: i gruppi di auto aiuto, l’active ageing, lo studio (ad esempio l’Università della Terza Età), la partecipazione attiva ad eventi sociali ed altro ancora. Tutte attività che stimolano l’anziano, anche sul profilo culturale, e lo aiutano a uscire dal suo isolamento, che rischia di diventare una bolla sempre pronta a rompersi.
Ferranini conclude,! l’Associazione Italiana di Psicogeriatria ha istituito una Giornata Nazionale della Solitudine, il 15 novembre di ogni anno ed è stata stilata una Carta su come prevenire e gestire la solitudine".
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)