Molte ricerche dimostrano che il coinvolgimento cognitivo può aiutare gli anziani a mantenersi mentalmente attivi. Questi lavori però si concentrano principalmente su adulti sani. “C’è pochissimo materiale sulle persone che sono già cognitivamente compromesse, come le persone a cui è stata diagnosticata la demenza”, dichiara Shevaun Neupert, professore di psicologia presso la North Carolina State University e primo autore di uno studio pubblicato dalla rivista Entropy. “Sono ancora in grado di sostenere un impegno cognitivo? Quali fattori contribuiscono a tale impegno?”.
“Il declino della salute fisica e mentale negli anziani è associato a un disimpegno cognitivo più pronunciato”, afferma sempre Neupert. La ricerca ha rivelato che “l’impatto sulla salute fisica era particolarmente pronunciato per i partecipanti che all’inizio dello studio presentavano un deterioramento cognitivo più avanzato”.
I ricercatori hanno così scoperto che se l’abilità cognitiva, la salute fisica o la salute mentale di un partecipante diminuivano nel corso del periodo di studio di sei mesi, quel partecipante mostrava meno impegno cognitivo man mano che i compiti diventavano più difficili. “Normalmente, ci si aspetterebbe un maggiore impegno man mano che i compiti diventano più difficili, invece alcuni partecipanti a un certo punto fondamentalmente smettevano di provarci”, afferma Claire Growney, coautrice dello studio e ricercatrice post-dottorato presso la Washington University di St. Louis.
“I risultati evidenziano il fatto che il benessere è olistico; la salute fisica, la salute mentale e la funzione cognitiva possono influenzarsi a vicenda”, afferma Xianghe Zhu, coautore dell’articolo.
“In termini pratici, suggerisce che potrebbe essere particolarmente importante per le persone concentrarsi sul benessere mentale e fisico durante le prime fasi del declino cognitivo”, aggiunge Growney.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)