Un recente studio condotto su semi e super centenari (cioè fino a 105 anni e oltre) ha individuato nei partecipanti un comune profilo genetico caratterizzato da un’alta efficienza dei meccanismi di riparazione del Dna.
Del resto, il genoma è quel tesoro personale che, prima ancora di venire al mondo, già le nostre madri iniziano a costruire per noi. Oggi sappiamo, infatti, quanto l’ambiente influenzi in modo anche duraturo il nostro codice genetico. La dieta ne è un regolatore fondamentale: ad esempio, carenze o eccessi nutrizionali influenzano non solo lo sviluppo e la crescita del feto, ma anche il suo codice genetico a lungo termine, con effetti che si manifesteranno nella vita adulta e perfino nella progenie.
Fra le tecniche più efficaci per proteggere il nostro Dna dalle mutazioni rientra quella del digiuno: un apporto calorico fortemente ridotto attiva infatti l’autofagia, un programma genetico di riciclaggio interno del corpo che elimina le cellule danneggiate e ne riutilizza le componenti a fini energetici o per la costruzione di nuove cellule. Digiunare, quindi, è parte integrante di una dieta per la longevità. Più il nostro patrimonio genetico si mantiene integro, più sono assicurate longevità e salute.
(Sintesi redatta da: Miuccio Angela)