Il Regno Unito si prepara alla seconda ondata da Covid, e lo fa puntando sulla corretta alimentazione.
Per evitare il rischio di complicanze gravi, Janny Harries, vice direttore medico del Regno Unito, ha infatti esortato le persone a perdere peso.
La raccomandazione, in realtà, si basa su diversi studi scientifici: secondo i ricercatori del servizio sanitario inglese, Public Health England - che di recente ne hanno pubblicato uno sulla rivista Obesity - il 75 per cento dei pazienti in terapia intensiva è in sovrappeso.«Vari studi suggeriscono una correlazione tra il Sars Cov 2 e l'obesità - spiega Claudio Mastroianni, direttore della clinica malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma - Anche quando 10 anni fa ci fu l'influenza pandemica H1n1 i soggetti che erano maggiormente a rischio e avevano un alto tasso di mortalità erano proprio gli obesi». Il grasso in eccesso, dunque, è una concausa dell'aggravamento della malattia.
«Si consideri che i più a rischio hanno un indice di massa corporea tra 35 e 40. Il soggetto obeso molto spesso è diabetico, può sviluppare comorbidità che rappresentano condizioni predisponenti per un aggravamento della malattia».
La ragione dei maggiori rischi, dunque, è legata allo stato di salute iniziale delle persone che hanno peso in eccesso.
«L'obeso - aggiunge Mastroianni - è a maggior rischio di complicanze cardiovascolari, renali e diabete. Si tratta di comorbidità che, abbiamo imparato a conoscere, causano un maggior rischio di complicanze per il Covid. La persona obesa, poi, va incontro a maggior rischio di complicanze di tipo respiratorio».
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)