Dall’impegno liquido al rapporto con la pubblica amministrazione, dalla riforma del terzo settore al sostegno delle persone più fragili. Sono queste le nuove sfide secondo la presidente di CSVnet, Chiara Tommasini.
Parlando dell’eterogeneità delle forme di volontariato, Tommasini ha ricordato i risultati della rilevazione sul “lavoro volontario” basata su standard internazionali realizzata da CSVnet, Istat e Fvp nel 2015, che faceva emergere come i volontari italiani siano 6,63 milioni in totale. Di questi, 4,14 milioni i cittadini che svolgono la loro attività in un gruppo o in un’organizzazione e 3 milioni si impegnano in maniera non organizzata fuori dagli enti.
Connettere le energie, le competenze e la generatività del volontariato organizzato con quest’ultimo, l’impegno gratuito “liquido” è una delle prime sfide proposte dalla neo presidente di CSVnet. “Il loro impegno – continua Tommasini - comporta comunque utilizzo del tempo delle persone e questo è il valore più grande che abbiamo”.
Co-costruire politiche di welfare di un territorio insieme alla pubblica amministrazione è un altro degli orizzonti a cui il volontariato dovrà guardare nei prossimi anni. Tra le principali lezioni della pandemia c’è la consapevolezza che esista un filo rosso da seguire con la pubblica amministrazione locale, importante riferimento di prossimità sui territori perché “è con loro che bisognerà costruire politiche di senso”.
Sempre aperta rimane quella della riforma del Terzo settore, rispetto alla quale il volontariato dovrà re-immaginare le proprie culture, e la necessità di ripensare i modelli di partecipazione e servizio per utenti e persone fragili.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)