Rimpicciolita, invecchiata, con pochi giovani e pochissime nascite: così appare l’Italia vista attraverso la lente degli indicatori demografici evidenziati dalla 53ª edizione, del Rapporto Censis, presentata a Roma il 6 dicembre scorso. Il Rapporto sulla situazione sociale del Paese prosegue l’analisi e l’interpretazione dei più significativi fenomeni socio-economici del Paese, individuando i reali processi di trasformazione della società italiana. Nelle considerazioni generali il Censis riconosce i limiti della politica attuale nella rassegnazione a non decidere: “Tante, troppe riforme strutturali sono state annunciate, ma mai concretamente avviate: nella scuola, nella giustizia, nella sanità, nella fiscalità, nel quadro istituzionale. Lo scenario nel quale ci muoviamo è affollato da non decisioni. Non per aver scelto, ma per non averlo fatto, la politica ha fallito e ha smarrito se stessa”. Le dinamiche demografiche, denuncia il Rapporto Censis, incidono pesantemente sugli equilibri del sistema di welfare. Oggi gli over 80 rappresentano già il 27,7% del totale degli over 64 e saranno il 32,4% nel 2041. Nonostante i miglioramenti complessivi dei livelli di salute della popolazione, l’80,1% degli over 64 è affetto da almeno una malattia cronica, il 56,9% da almeno due. Questi ultimi aumenteranno di 2,5 milioni di qui al 2041. Già oggi la quota di non autosufficienti è pari al 20,8% tra gli over 64, a fronte del 6,1% riferito alla popolazione complessiva, e supera il 40% tra gli ultraottantenni. Secondo il Censis “la risposta attuale del nostro sistema di welfare, soprattutto sulla dimensione dell’assistenza continuata in situazioni di parziale o totale non autosufficienza, è davvero residuale”. “Nel 2017, secondo i dati del Ministero della salute – si legge nel Rapporto – gli anziani di 65 anni e oltre assistiti in Adi (Assistenza Domiciliare Integrata) rappresentavano appena il 3,2%, con differenze macroscopiche tra le diverse regioni. L’attuale modello di welfare è dunque fortemente caratterizzato dall’impegno costante delle famiglie. La stessa composizione familiare, però, è da tempo in rapida trasformazione e appare contrassegnata da un aumento dei nuclei unipersonali e delle famiglie monogenitoriali, a fronte di una riduzione delle famiglie con figli e del numero medio di componenti familiari. Si tratta di trasformazioni che riducono nei fatti la platea di figli e familiari disponibili come potenziali caregiver, a fronte del segnalato incremento del numero di longevi possibili fruitori di assistenza.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)