Le allergie, se non trattate in modo adeguato, compromettono la qualità di vita: favoriscono disturbi del sonno, peggiorano umore, capacità di concentrazione e apprendimento, si ripercuotono su attività fisica e vita sociale.
«L’impatto sulla qualità di vita è sottostimato: è stato sempre misurato in studi scientifici e non nella realtà quotidiana - sottolinea Giorgio Walter Canonica, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) -. Monitorare l’andamento dei sintomi e le conseguenze sulle attività giornaliere è essenziale per gestire la terapia, modificandola se non si è più in grado di controllare i disagi. I farmaci anti-allergie sono tanti, molti disponibili senza ricetta: utilissimi per alleviare i disturbi, non possono però essere sinonimo del più completo fai da te.
Secondo uno studio presentato all’ultimo convegno dell’American Academy of Allergy, Asthma and Immunology, infatti, i pazienti che scelgono di curarsi da soli sono soddisfatti della gestione dell’allergia in un caso su tre, ma se vengono seguiti dall’allergologo la quota sale oltre il 50%.
Tutto ciò vale anche per gli anziani: i casi in cui le allergie esordiscono nella terza età sono in aumento ma spesso ci si dimentica delle loro esigenze, come ha sottolineato una recente ricerca secondo cui l’immunoterapia, ben poco prescritta agli over 65, riduce i sintomi del 55% e del 64% la necessità di altre cure anche in chi più avanti negli anni. «Gli anziani di oggi vivono più a lungo e sono più attivi, in migliore forma fisica e cognitiva rispetto al passato - commenta Canonica -. Anche il loro sistema immunitario funziona meglio ed è quindi in grado di rispondere alla stimolazione con l’immunoterapia».
(Fonte: tratto dall'articolo)