Il nuovo provvedimento approvato dalla Giunta regionale lombarda riguardo la rete reumatologica si propone di avviare diagnosi precoci, una stretta collaborazione tra medicina generale e specialisti ‘, mettendo la persona al centro della cura. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato in questi anni che una precoce strategia terapeutica è in grado di modificare il decorso della malattia e di ridurre la disabilità in molti pazienti reumatologici, prima dell’instaurarsi di danni irreversibili. La fibromialgia è una malattia reumatica, caratterizzata da dolore cronico diffuso, associato alla presenza di punti dolorosi, ancora poco conosciuta e che, a tutt’oggi, interessa 60.000 persone in Lombardia e 400.000 in Italia. E che non è riconosciuta tra le malattie croniche nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza (Lea).
Questo provvedimento traccia quindi precise indicazioni. L’obiettivo è indirizzare il più tempestivamente possibile il cittadino, con sospetta malattia reumatologica, dal medico di medicina generale allo specialista reumatologo per ottenere una diagnosi precoce. La maggioranza dei pazienti con sindrome fibromialgica invalidante infatti sono colpiti in un’età compresa fra i 45 e i 64 anni, ovvero nel pieno della vita lavorativa attiva. Il dolore che provano, quale sintomo principale della malattia, peggiora la qualità della loro vita e compromette in modo significativo la loro capacità lavorativa e produttiva.
Attraverso l’implementazione della Rete reumatologica lombarda, l’assessorato Welfare di Regione in tema di fibromialgia attiverà a sua volta una Commissione tecnica, in seno all’Organismo di coordinamento della Rete reeumatologica. Il fine è individuare e condividere il corretto inquadramento della sindrome e predisporre specifiche linee guida per una buona pratica della cura. Al tavolo di lavoro parteciperanno professionisti esperti in diversi settori.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)