Ivo Cilesi, psico-pedagogista con una specializzazione in Musicoterapia, è il responsabile del servizio terapie non farmacologiche del centro Alzheimer di Gazzaniga, vicino Bergamo. È lui che ha ideato, nel 2009, la Terapia del Viaggio per i malati di Alzheimer. Questa terapia mira a ridurre alcuni dei disturbi dei malati, come l’insonnia, l’aggressività, la depressione; e di ridurre il cosiddetto wandering (il bisogno continuo di vagabondare) e l’assunzione dei farmaci. Dopo aver fatto dei colloqui con i familiari, si preparano alcuni video con panorami di luoghi familiari al paziente. Poi l’operatore lo accompagna a prendere il “treno”, in una stazione ferroviaria ricostruita, con treni e sala d’attesa. Il malato decide la meta e si siede. Questo suo partire gli permette di recuperare, attraverso lo stimolo delle immagini e delle sensazioni, la memoria affettiva. Sono previsti cicli di 10 sedute, con un viaggio a settimana. L’operatore annota la comunicazione (verbale e non) e usa questi temi successivamente in reparto per la stimolazione cognitiva. Spiega Cilesi che a livello di risultati, ad esempio, è possibile monitorare il livello di wandering, e si è visto che un paziente che prima camminava 10 km al giorno, dopo il viaggio ne fa 6. Tra i compagni di viaggio possono esserci anche i familiari. I treni terapeutici sono tutti anni 80-90, perché quello è il periodo in cui i pazienti, di media, hanno più viaggiato. Cilesi conclude dicendo che fra 20 anni probabilmente ci sarà anche la terapia del viaggio in aereo.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)