In Italia le persone affette da demenza sono 1,2 milioni. Per loro e i familiari che li assistono, si è celebrata il mondo la Giornata dell'Alzheimer.
“È giunto il momento di cambiare la cultura dell’assistenza: qualità di vita e dignità della persona vanno al primo posto”, afferma Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia. Lo spunto per questa richiesta di cambiamento nell'assistenza ai malati, viene dal Rapporto mondiale Alzheimer, in cui si sottolinea che, paradossalmente, un'eccessiva specializzazione medica nelle cure non risponde in pieno ai bisogni delle persone.
“Il maggiore coinvolgimento di personale non specializzato nell’assistenza di base può liberare le capacità di soddisfare la crescente domanda di assistenza, e ridurne il costo individuale fino al 40% - aggiunge la Federazione Alzheimer Italia citando i dati del rapporto mondiale -. I servizi di assistenza di base, per assumere questo ruolo, devono essere rafforzati e sostenuti dagli specialisti. La disponibilità di nuovi trattamenti è cruciale per garantire equità e giustizia sociale ai due terzi delle persone con demenza che vivono nei paesi con scarse risorse”.
Il Rapporto mondiale sottolinea inoltre che l’assistenza deve essere continua e integrata, con particolare attenzione alla qualità di vita delle persone con demenza e di chi se ne prende cura, e un monitoraggio esplicito di processi e risultati.
(Fonte: tratto dall'articolo)