Lo stato di salute della nostra sanità sarà anche in via di miglioramento, come racconta l’ultimo rapporto ministeriale sui livelli essenziali di assistenza, ma la piaga delle liste d’attesa non accenna a rimarginarsi. Tempi medi d’attesa di 9 mesi, racconta un altro rapporto, quello che raccoglie le segnalazioni degli assistiti al Pit salute del Tribunale dei diritti del malato. E se Asl e ospedali dicono di ripassare tra un anno si finisce per dissanguarsi dal privato, come dimostrano il 18,9% delle lamentele per le spese sostenute per una visita «intramoenia», ossia sempre dentro le mura ospedaliere ma dietro parcella.
Anche se a concorrere agli esborsi sono soprattutto i farmaci (26,6% delle segnalazioni 2014, contro il 23,5 dell’anno precedente) e i super-ticket che gravano su esami diagnostici e visite specialistiche, lamentati dal 21,3%, quasi il 4% in più dell’anno precedente. Si paga sempre di più e spesso non per scelta ma perché costretti da tempi d’attesa infiniti. Per una risonanza si aspettano 13 mesi, 12 per una mammografia o una Tac, 10 mesi di pazienza si chiedono per un ecodoppler, 9 per una ecografia.
(Fonte: tratto dall'articolo)