Secondo dei dati preliminari Istat che dovranno essere confermati nel prossimo mese di ottobre, dal 2019 le lavoratrici ed i lavoratori italiani dipendenti, dovrebbero andare in pensione 5 mesi più tardi, a 67 anni. Così il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia si conferma il più alto d’Europa e che il divario aumenterà nei prossimi anni per effetto dell’adeguamento alla speranza di vita previsto a scadenze biennali. Contro questa previsione sono state avanzate delle richieste di blocco dell’aumento automatico e l’istituzione di una gruppo di lavoro, già previsto peraltro dalla legge Dini, la legge 335/95, per studiare anche i criteri di modifica dei coefficienti di trasformazione. L’intenzione è calibrare l’età in relazione ai diversi lavori svolti.
(Fonte: tratto dall'articolo)