Sono i nonni il principale caregiver e supporto per le coppie con figli, sia nel quotidiano sia nelle situazioni di emergenza; oltretutto la scelta di una babysitter è per lo più frutto del passaparola con amici o altri genitori; una prevalenza dei canali informali si verifica anche nella ricerca di una badante. E poi ancora, un interesse, nelle famiglie con bambini, verso occasioni di supporto e orientamento per la gestione di problematiche comportamentali e di apprendimento e, in quelle con anziani non autosufficienti e disabili, verso un orientamento sul progredire della malattia del proprio familiare. Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla ricerca UP Umanapersone – Ipsos “I bisogni di welfare delle famiglie con necessità di cura conclamate” presentati questa mattina a Firenze nel corso del convegno annuale della rete UP Umanapersone “Fare breccia nei mercati privati: con quali chiavi di ingresso?”. Dall’indagine emerge per esempio che nelle famiglie con bambini 0-10 anni, la gestione dei figli crea difficoltà molto spesso nel 21% dei casi, qualche volta nel 59% dei casi. Il principale care giver sono i nonni (77%), seguiti dalla baby sitter (19%). Nella scelta di quest’ultima ci si basa principalmente sul “passaparola”, soprattutto amici o altri genitori. Il 48% del campione esprime la necessità di supporti economici (18%), di una maggiore elasticità degli orari di entrata/uscita dalla scuola/asilo (15%) e di uno snellimento delle pratiche burocratiche per l’iscrizione al nido (6%). Il 54% delle famiglie con bambini risulta interessato (molto o abbastanza) a occasioni di supporto o orientamento su tematiche riguardanti disturbi comportamentali o di apprendimento.
(Fonte: tratto dall'articolo)