Dalla ricerca “Gli osteopati e l’atteggiamento verso i pazienti con cronicità” svolta per il Roi (Registro degli Osteopati d’Italia) da Lattanzio Monitoring & Evaluation, emerge che i malati cronici sono la tipologia di pazienti più in crescita e continueranno ad aumentare anche nei prossimi due anni per il 73% dei 770 centri di osteopatia intervistati.
L’età media del paziente cronico che si rivolge all’osteopata è tra i 50 e i 55 anni; i non cronici hanno invece in media tra i 35 e i 40 anni. La prevalenza, per quanto riguarda il genere, è femminile. Paola Sciomachen, Presidente del Roi, sostiene che i malati che si rivolgono all’osteopatia per convivere meglio con la cronicità (77% del campione), per avere suggerimenti pratici per gestire la malattia (50%) e per il bisogno di essere presi in carico (48%). Sappiamo che entro il 2050 in Europa la speranza di vita aumenterà fino a quasi 81 anni, con un ritmo simile a quello registrato tra il 1980 e il 2010. A fronte di questa longevità, ha dichiarato Paola Sciomachen: "assisteremo a una crescita delle malattie croniche, che già oggi riguardano 24 milioni di italiani. Gli effetti sulla spesa sanitaria si stanno facendo sentire già oggi. L’OMS ha stimato che oltre l’80% dei costi in sanità a livello globale sono riconducibili alla cronicità. Come terapia complementare, l’osteopatia è pronta a sostenere il sistema sanitario nella sfida alla cronicità per offrire agli italiani il diritto di accedere pienamente ai trattamenti al pari di tutte le altre professioni sanitarie".
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)