Gli uffici dell’Inps sono l’ultima frontiera della rabbia e della disperazione. E i volti delle persone in coda sono quelli di chi è stufo di annunci e promesse. Uomini, donne e tanti anziani con gli occhi pieni di disperazione. Persone vere a incarnare i numeri delle statistiche che descrivono una crisi senza precedenti. Ci sono Aurelia, Massimo, Ripaltina e Angelino (tanto per fare alcuni nomi).
Tutti in fila con una domanda e una preghiera per una risposta. Persone che non sanno come arrivare a fine mese, che quando torneranno a casa apriranno un frigo e lo troveranno più vuoto del giorno prima. Per loro le parole non bastano più. Neppure quelle del presidente dell’Inps. Anziani e cittadini, dalle prime luci dell’alba, si riversano a piedi o in bus all’Inps in cerca di un aiuto. Ognuno ha il suo personale motivo: la pensione che non è arrivata, tagli di cui non si conoscono le spiegazioni, redditi di cittadinanza bloccati e poi quella cassa integrazione che resta, per molti, un oggetto del desiderio. La prima cattiva notizia si palesa davanti al cancello principale: gli sportelli, infatti, sono ancora chiusi e non si sa quando riapriranno.
(Fonte: tratto dall'articolo)