Eroi, vittime e fantasmi. L’epidemia fa detonare regole e certezze e produce categorie. Con il passare delle settimane abbiamo imparato a conoscere volti e sacrifici dei primi, storie e famiglie dei secondi e a ignorare gli ultimi, quegli anziani chiusi in casa dal decollo dell’epidemia per non diventare vittime a loro volta.
La loro è una presenza che vive ormai quasi esclusivamente nel riverbero dell’azione dei volontari, come conferma Oscar Miotti, psicologo e psicoterapeuta, già vicepresidente dell’Ordine regionale. Abbiamo chiuso in casa gli anziani perché più esposti al contagio, ma c’è un’altra fragilità che viene ignorata, che è la solitudine cui sono costretti da un mese e mezzo.
L’isolamento può creare grande disagio anche in assenza di una patologia. È importante che possano parlare con qualcuno almeno un quarto d’ora al giorno. Fa piacere che si dia grande attenzione all’attività fisica, ma forse bisognerebbe prestarne anche alla salute mentale.
In alcuni comuni, l’associazione Emdr Italia e il Fondo Sani in Veneto, hanno messo a disposizione le risorse per alleviare stress e fatica causati dal coronavirus. Ci sono già 70 psicologi formati per gestire emergenza, traumi, ansia e angoscia e altrettanti hanno chiesto di entrare nel gruppo. Ci sono anche i lavoratori della sanità da seguire, le Usl hanno messo a disposizione dei servizi, ma una parte dei lavoratori potrebbe restare esclusa: il rischio per loro è la “traumatizzazione vicaria” che viene dall’assistere chi muore, dal tenere loro il telefono mentre salutano per l’ultima volta i propri cari.
Tra qualche tempo potrebbero emergere effetti post traumatici come ansia, somatizzazione e disturbi del sonno; c’è il rischio che abbiano difficoltà a vivere nella normalità per una sorta di dipendenza da stress. Di certi traumi resta una traccia chimica nel cervello e il tempo non sempre è sufficiente per guarire. In una situazione di emergenza prolungata il linguaggio diventa fondamentale. Stiamo meglio se abbiamo pensieri positivi e per questo è importante usare parole che fanno bene, parole come Speranza, ricordarsi che ci sono tante persone che guariscono, che le epidemie prima o poi finiscono e che il distanziamento sociale funziona.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)