La Casetta di Urgnano (BG) è nata nel 2018 come progetto residenziale per anziani (sia pur parzialmente) autonomi e si caratterizza per la piena libertà dei residenti nel condurre la propria vita all’interno della vita comunitaria (cibo preparato insieme, spesa condivisa), nonché per i progetti di collaborazione con la scuola elementare, i costanti contatti con i familiari e il mantenimento del proprio medico di base. In 5 anni questo modello di residenzialità leggera istituito presso l’Istituto Ospitale Magri, ha visto 9 affittuarie: 9 donne vedove che hanno fatto della Casetta la loro abitazione, in realtà non troppo distante da quella precedente. Ma per abitarvi sanno di dover contare su una certa autonomia e la disponibilità alla convivenza, poiché ogni stanza è occupata da due letti, un armadio e qualche mobile.
Sono state operaie e contadine o lavoratrici domestiche disposte ed ora vogliono sperimentare una nuova realtà abbracciando il concetto di comunità. Ciò che le caratterizza non è l’assenza di malanni, tipici dell’età, ma la volontà di rimettersi in gioco stando bene con se stesse, abbattendo pregiudizi e stereotipi. Ogni giorno passeggiano per il paese dirette alla scuola elementare, attese nelle aule dai bambini attratti dalle loro figure di nonne, affettuose e rassicuranti, impegnate nel loro ruolo di “maestre”, e di animatrici naturali, Ognuna con il suo temperamento, chi più decisa e solitaria, chi più aperta ed entusiasta. Ma tutte in grado, anche per l’età avanzata (quasi 90 anni) di cogliere l’umanità nella sua fragilità. La loro esperienza è raccolta in un libro: Foglie di tè – la vecchiaia in 12 racconti, che testimoniano come la strada, la scuola, gli affetti, sono tutte opportunità perché l’anziano sia attivo nella società. Senza nostalgia, ma come un baule dal quale attingere per insegnare il futuro.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)