Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Molecular Sciences, è stato condotto su cellule nervose coltivate in laboratorio dall’Unità di Neurobiologia dei Disturbi del Movimento dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con l’Università di Pisa e l’Università Sapienza di Roma.
La ricerca chiarisce uno dei meccanismi attraverso i quali la noradrenalina è capace di evitare la neuro-degenerazione, elemento caratteristico di diverse patologie, come Alzheimer e Parkinson.
Gli esperimenti condotti hanno dimostrato che, somministrando preventivamente noradrenalina, i neuroni risultavano completamente protetti dalla tossicità indotta da metanfetamina.
“La perdita di noradrenalina nel cervello – commenta il professor Francesco Fornai, Professore Ordinario di Anatomia dell’Università di Pisa e Responsabile dell’Unità di Neurobiologia dei Disturbi del Movimento del Neuromed - anticipa spesso l’insorgenza dei sintomi in malattie come Alzheimer o Parkinson.
Conoscere i recettori responsabili dell’effetto protettivo della noradrenalina, e la dimostrazione dei meccanismi molecolari che vengono reclutati per esercitare neuro-protezione, apre nuove strade terapeutiche per quelle patologie”.
(Fonte: tratto dall'articolo)