C'è nell'aria una specie di rivalutazione della vecchiaia, difficile da interpretare. Le donne, quelle che oggi possono considerarsi anagraficamente vecchie, donne che hanno avuto un'infanzia e un'adolescenza difficili, che hanno attraversato la guerra e hanno incontrato privilegi soltanto in età matura, hanno un patrimonio di «vecchiaia» che si portano addosso da sempre. Riconoscibile. Ragazzine mature, consapevoli. Sospettose di fronte al cambiamento totale che il mondo ha riversato sulle loro spalle. Senza preavviso, senza segni particolari sono state scaraventate da un mondo di tradizioni provinciali a un mondo di battaglie civili e esistenziali.
Donne come queste hanno un patrimonio di vecchiaia che non c'entra con le rughe e con i capelli bianchi. Diventata evidente, la vecchiaia non le ha sorprese.
Sto parlando di me, quasi in modo naturale. In televisione o ai congressi ai quali sono invitata dichiaro senza pudore i miei 92 anni, dignitosamente portati con rughe e candidi capelli naturali e con la scioltezza di chi la sua vecchiaia se l'è meritata. Scrivo romanzi, partecipo a congressi e a trasmissioni TV, partecipo alla politica e alla vita degli altri. Convinta di trascinare il concetto che la vecchiaia è un momento straordinario della vita. Roberto Vacca, 89 anni, divulgatore scientifico ha scritto un libro: Come fermare il tempo e riempirlo di buone idee. E a spiegazione ha aggiunto: «Ho troppi interessi, non ho tempo di invecchiare».
Peccato, professore. Peccato. Io sono invecchiata con tanti interessi e tante buone idee.
(Fonte: tratto dall'articolo)