Molti definiscono i nostri tempi come quelli della greynaissance (una sorta di Rinascimento del grigio come riscoperta del ruolo, anche sociale, dei consumatori più anziani). Dobbiamo questo "rinascimento" all’innalzamento dell’età media e al maggiore potere d’acquisto degli over 60 (rispetto ai giovani) che sono, inoltre, iperconnessi e considerano l’acquisto on line parte integrante della loro giornata.
Tutto ciò rende gli over 60 un target strategico per chi promuove un brand on-line (marketer) il quale deve, a sua volta, porsi il problema di utilizzare influencer e testimonial in grado di interpretare al meglio la specificità di questa fascia di consumo.
In questo scenario si colloca il successo degli influencer over 60 il cui mondo è già popolato di donne e uomini avanti negli anni che, sul web, condividono momenti della propria vita quotidiana, offrono consigli glam, di salute o bellezza. Spesso sono stati scelti per collaborazioni con grandi brand, soprattutto del settore della moda ma non solo.
Molti di loro sono già diventati delle vere e proprie star apprezzate dai fan e dalla community; con una forte visibilità anche sui media più tradizionali. E’ successo perché hanno saputo proporre contenuti originali ed  estrosi nelle scelte visive ed estetiche. Si sono fatti anche portavoce di cause sociali, come successo a Lili Hayes che, con ironia e toni a tratti esasperati, ha provato a sfatare l’immagine stereotipata della mamma ebraica.
Come testimonial, basti ricordare che Gucci ha scelto per la sua ultima campagna pubblicitaria (“Roman Rapshody”), Barbara Alberti e Marina Cicogna e che Mattel ha pensato a una Barbie ispirata ai look estroversi e inconfondibili della novantaseienne Iris Apfel. Che siano testimonial d’eccezione o micro-influencer, questi senior vip hanno molti follower anche nei giovani tra i 25 e i 35 anni (fascia di utenza tipo di Instagram). Come dire che buongusto e capacità d’ispirazione non hanno età.
Ciò dimostra che gli esperti di marketing non possono trascurare la fetta più anziana di consumatori nel pensare alla propria strategia di vendita digitale. Se si vuole investire in influencer marketing, un target d’elezione è proprio quello senior.
La domanda cruciale è: “cosa cercano le persone più in là con gli anni in un post su instagram? Come pensare una strategia influencer marketing tarata sui loro bisogni e interessi? Non ci sono regole d’oro ma i consumatori senior sono meno impressionabili  dei giovani. Cresciuti con una dieta mediatica fatta soprattutto di televisione, potrebbero considerare poco o per nulla rilevanti messaggi e consigli di macro-influencer.
Nel loro caso, sembra strategico puntare sui micro-influencer o su soggetti come associazioni, organizzazioni di settore. Nel primo caso, si sfrutta al massimo la capacità di immedesimazione nello stile di vita di chi, più che un influencer, è considerato un utente qualsiasi, credibile nei messaggi e nelle valutazioni fornite su brand e prodotti. Quando si sceglie un’organizzazione o un’associazione  nota nel proprio settore perché promuova il proprio brand, invece, si sfrutta il principio del testimonial autorevole e depositario di fiducia. La conoscenza, rispetto al passatempo e al piacere, è quel plus richiesto dai consumatori anziani senior i quali, in una buona social media strategy, potrebbero apprezzare anche mezzi più tradizionali come l’email marketing.