Al fine di ridurre le complicanze e la mortalità correlate all’influenza - nonchè i costi sanitari e le perdite di produttivita legati alle epidemie influenzali stagionali - dal 2019 l’Oms ha definito una forte politica di contrasto all’influenza attraverso la Global Influenza Strategy 2019-2030, che ha tra i propri obiettivi quello di aumentare le coperture vaccinali. E raccomanda il raggiungimento di una copertura vaccinale del 75% come obiettivo minimo e del 95% come obiettivo ottimale negli over 65 e nei gruppi a rischio.
Per la prima volta viene inserita una raccomandazione specifica per una categoria di vaccini e per uno specifico target: si tratta dei vaccini potenziati (vaccino adiuvato e vaccino ad alto dosaggio) raccomandati per i soggetti di età pari o superiore ai 65 anni. In Italia, nel biennio 2021-2022, si è registrato un crollo della vaccinazione antinfluenzale, soprattutto nelle popolazioni più a rischio, cioè gli over 65. Fra le cause c’è sicuramente la disomogeneità territoriale dell’offerta vaccinale che varia sensibilmente da Regione a Regione, determinando una mancanza di equità nell’accesso di tutti i cittadini alla vaccinazione.
Oltre a ciò, c’è anche un problema di inappropriatezza vaccinale: la risposta immunitaria alla vaccinazione diminuisce con l’avanzare dell’età a causa dell’immunosenescenza e ciò rende gli anziani più suscettibili alle infezioni influenzali e meno responsive ai vaccini antinfluenzali inattivati convenzionali. Per questa fascia di popolazione, è quindi necessario ed etico prevedere la somministrazione di un vaccino potenziato, cioè il vaccino adiuvato o il vaccino ad alto dosaggio.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)