Nella società fluida in quale viviamo molti stereotipi non sono più validi, soprattutto rispetto all’età, che ha perso il potere di predizione dei comportamenti umani. Ad esempio, da una ricerca condotta sul tema da McCann Worldgroup “The Truth About Age” in 30 Paesi, emerge un ritratto di anziani che vivono il tempo della pensione come un traguardo che permette, una volta raggiunto, di godersi la vita, contando su più tempo da dedicare a se stessi, libertà e disponibilità economiche. Sempre da questa ricerca emerge che le persone che temono di morire sole sono i giovani ventenni (57%) e anche i trentenni pensano molto al passare del tempo, invece sono i settantenni che ci pensano meno. Infatti due anziani su 3 pensano che non si è mai troppo vecchi per un appuntamento romantico. Curioso il fatto che su una scala da 1 a 10 (dove 1 è il minimo) i ventenni si ritengono vecchie a livello 4, mentre dai trenta a settant’anni si ritengono tutte vecchi a livello 5, o, in Italia, anche loro a livello 4. La generazione più preoccupata di invecchiare è quella dei trentenni (50%) poi al percentuale scema fino al 22% dei settantenni. Storicamente è un momento cruciale, dove i concetti giovane vecchio sono flessibili e si mettono in discussione le aspettative di vita tradizionali, dove i giovani sono ansiosi e gli anziani spensierati, perché crescendo si scopre che invecchiare è bello e ci si impegna per farlo bene, ogni popolo a modo suo.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)