Oggi la tecnologia è parte integrante dell’organizzazione delle cure e coinvolge sia i professionisti sia i pazienti. Nell’ambito dell’assistenza in senso stretto, le tecnologie digitali – intese come wearable e domotica –, affinché costituiscano un’occasione di promozione della capacità di self empowerment e di cura della salute, non possono essere disgiunte da almeno tre valutazioni: il coinvolgimento dell’utente, l’attenzione olistica alla persona e la percezione degli operatori del “valore” della tecnologia.
Il coinvolgimento dell’utente riguarda sia il suo livello di digital literacy sia le sue motivazioni per la cooperazione nell’utilizzo dei dispositivi. Se la digital literacy risente dello status socio-economico del paziente è necessario rafforzare le sue competenze digitali. Per rafforzare invece le sue motivazioni è necessario agire sul suo livello di utilità percepita. L’attenzione olistica alla persona si può raggiungere integrando gli aspetti psico-fisici della salute con la sua collocazione sociale, quindi il suo contesto socio-economico, ma anche relazionale. La percezione degli operatori del “valore” della tecnologia è anche essa un aspetto centrale e non sempre scontato.
Se in prospettiva si vivrà sempre più a lungo, oggi a questo straordinario allungamento delle aspettative di vita non corrisponde un miglioramento sostanziale della qualità della vita. L’aspettativa di vita oggi in Italia è di 80 anni, quella di una vita sana è di 60 anni, a fronte di un quadro economico in cui si impoveriscono progressivamente le risorse che tradizionalmente vengono impiegate per finanziare il welfare e la salute pubblica. Il livello di sostituzione tra uomo e macchine e la perdita di lavoro, pari al 30% dell’attuale mercato del lavoro, impongono una ulteriore riflessione sia sulle risorse disponibili e sui meccanismi di redistribuzione della ricchezza, sia sulla sostenibilità dei sistemi di protezione pensionistici.
Le tecnologie informatiche rappresentano quindi un’opportunità di miglioramento della vita delle persone che vivono situazioni di svantaggio (disabilità, malattia e invecchiamento). Le tecnologie digitali hanno una duplice funzione: la prima è assistenziale e terapeutica, la seconda può portare la persona ad essere più autonoma, ad aumentare la propria autostima e avere reti di relazione buone e soddisfacenti. Le tecnologie nell’ambito della cura e della salute hanno quindi due funzioni: una reattiva (monitorare i comportamenti e l’ambiente), l’altra proattiva, capace di prevedere i rischi di declino cognitivo, funzionale e socio-relazionale della persona grazie ad intelligenze artificiali in grado di processare grandi numeri di dati.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)