La mortalità italiana da Coronavirus dimostra che l’epidemia è letale per una popolazione di età avanzata come la nostra. Le strutture per anziani stanno diventando una emergenza nella emergenza. Dalla Lombardia al resto del Paese crescono le denunce lanciate dai loro familiari. Questi ultimi che, in base alle disposizioni di legge sono tenuti lontano dai loro cari, denunciano sempre più spesso l’assenza dei presidi fondamentali (mascherine e altri strumenti di protezione), la facilità del contagio in luoghi chiusi e il sovraccarico di lavoro imposto agli assistenti che spesso si ammalano a loro volta.
Ci sono casi, per ora solo adombrati e coperti dall’emergenza generale, in cui si ipotizza addirittura che si nascondano le cifre reali di contagio e di morte degli anziani in Rsa o case di riposo. In sintesi, sembra che ci sia una congiura del silenzio sugli anziani istituzionalizzati e sui focolai in strutture protette che sono peraltro in crescita esponenziale negli ultimi giorni.
La situazione è anche peggiore rispetto agli ospedali ma sembra che le autorità non abbiano uno specifico piano d’azione anzi si rimpallano continuamente sulle competenze in materia che non sono ben definite fra comuni, regioni e Stato centrale.
Da più parte si sollecitano interventi che tardano a venire e si sollecita il Governo ad intervenire emanando subito direttive stringenti sugli istituti per anziani senza trascurare altre categorie fragili non ricoverate come i disabili o gli anziani che vivono nelle loro case ma in questi giorni subiscono anche interruzioni improvvise dell’assistenza domiciliare.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)