La forza lavoro, a causa delle riforme previdenziali degli ultimi anni, è destinata a invecchiare, provocando una serie di impatti negativi sulle aziende (incremento del costo del lavoro, disallineamento con le competenze professionali necessarie, riduzione della produttività aziendale...). Le direzioni delle risorse umane si troveranno ad affrontare due grosse problematiche: permettere ai lavoratori di arrivare al pensionamento con un giusto risparmio pensionistico, rendendo così più facile eventuali riorganizzazioni aziendali, e la gestione dell’accompagnamento graduale dei dipendenti al pensionamento. Per ora le società hanno a disposizione degli strumenti come l’isopensione, l’Ape aziendale, la trasformazione del rapporto da full-time a part-time. Nel medio-lungo termine i fondi pensione avranno un ruolo fondamentale, soprattutto attraverso la Rita (la rendita integrativa temporanea anticipata). Per accedere alla Rita bisogna iniziare a finanziarla per tempo, verificando i presumibili effetti futuri delle scelte operate finora dai lavoratori. In special modo quelle relative alla partecipazione alla previdenza integrativa. E’ infatti determinante verificare nel tempo, a partire da una certa età (62- 64 anni), che i lavoratori abbiano la possibilità di ricevere dal fondo pensione una Rita adeguata (pari cioè al 60-80% della retribuzione), e che il lavoratore, dopo, abbia un’adeguata componente residua per integrare nel tempo la pensione Inps.Sarà importante il ruolo delle aziende che dovranno tutelare per tempo chi difficilmente riuscirà a maturare una pensione adeguata e una Rita che permetta di anticipare il pensionamento senza troppi tagli economici. Le aziende dovranno intervenire almeno con una mirata comunicazione per supportare i lavoratori nelle decisioni future.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)