«Oggi contano molto di più gli aspetti psicologici, le relazioni, il senso del vivere, tutto un mondo da esplorare rispetto al quale oggi non abbiamo ancora risposte adeguate».
Renzo Rozzini, direttore del dipartimento di Geriatria della Poliambulanza di Brescia, il grande tema dell’invecchiamento della popolazione lo vede soprattutto in quest’ottica. «Per dare l’idea del grande invecchiamento della popolazione le faccio un esempio: nel 1985, in Italia, c’erano 300 ultracentenari, oggi sono 20 mila». Questo è il caso limite della vecchiaia estrema, ma crescono molto anche gli ultra 65enni in pensione o quasi e con speranze di vita ancora lunghe. «Persone mediamente in salute: i 70enni di oggi non hanno fatto guerre, si sono nutriti meglio che in passato, hanno avuto spesso lavori sicuri, sono stati più ricchi dei loro genitori, hanno goduto di un buon sistema di welfare. I bisogni che hanno sono diversi». Questo mostra un cambio di prospettiva anche per la medicina, che «negli anni si sta riducendo la forbice della mortalità e delle aspettative di vita tra donne e uomini». Rozzini, infine, paventa anche un problema di sostenibilità economica: meno persone che lavorano e più anziani, potrebbero imporre cambiamenti al welfare.
(Fonte: tratto dall'articolo)