Cosa "corre" più in fretta? L'aumento dell'aspettativa di vita o l'aumento della vita attiva? da una ricognizione di recenti studi internazionali risulta che le patologie sono più numerose (anche perché maggiormente diagnosticate) di un tempo, che l'identificazione della disabilità è più ampia, ma essendosi estese le possibilità di compensazione dei loro effetti, le patologie hanno un impatto più lieve e in definitiva l'aspettativa di vita attiva è aumentata nel corso dei decenni in modo per lo meno proporzionale a quello dell'aspettativa di vita. Sono confutati così i presupposti teorici secondo cui la vecchiaia si identifica immediatamente con lo stato di malattia e di disabilità (reputati erroneamente "normali" per gli anziani) e la prospettiva di chi aveva prefigurato un aumento vertiginoso della non autosufficienza in concomitanza all'allungamento dell'aspettativa di vita. Perde di fondamento l'allarmismo sulla diffusione delle demenze senili, insieme alla conseguente posizione che, siccome il problema sarebbe troppo esteso e di fatto irrisolvibile, sarebbe da giustificare la mancata presa in carico della sanità delle persone colpite da malattia inguaribile e non autosufficienza.
(Fonte: tratto dall'articolo)