Secondo Eurostat, nel 2080, la popolazione europea dei 28 stati membri si attesterà poco sotto i 520 milioni di persone e sarà composta quasi al 30% da persone di età superiore ai 65 anni1(circa 10 punti percentuali in più della situazione attuale). Il problema dell’invecchiamento riguarda anche e soprattutto l’Italia (il Paese più vecchio dell’Unione Europea con un tasso percentuale di over 65 che supera il 22% rispetto alla popolazione complessiva), dove gli ultraottantenni sono quasi 7 su 100 (6,8%), conseguenza del fatto che l’aspettativa di vita media per il nostro Paese raggiunge quasi gli 82 anni (la più alta in Europa).
In Italia il tasso di incidenza della popolazione anziana sulla popolazione in età lavorativa tocca quota 34,8%, permettendoci di raggiungere il primato del Paese con la più alta età mediana dell’intero continente europeo (46,3 vs 43,1). In particolare, (dati ISTAT 2019) su una popolazione complessiva che raggiunge 60.370.283 persone, di cui l’8,7% è il tasso di stranieri (censiti), nell’ultimo anno si sono registrate meno di 500 mila nascite, il dato più basso dall’Unità d’Italia. Di conseguenza, l’aumento della popolazione anziana, l’allungamento dell’aspettativa di vita e la riduzione del numero di nascite ci fotografano come un Paese in via di “pensionamento”.
Tuttavia sul piano nazionale, la spesa italiana per le politiche sociali nel 2017 è stata pari al 29,1% del Pil contro il 27,9% della media Ue, ma se si escludono le spese derivanti dal sistema pensionistico e da quello sanitario, secondo Istat, il nostro paese si colloca invece tra quelli con i livelli più bassi di spesa per servizi sociali, con un ammontare di risorse pari a 7 miliardi e 234 milioni di €. Ad oggi, gli interventi di assistenza preminenti nell’ambito dei servizi rivolti alla popolazione sono orientati principalmente nel rispondere a due aree di bisogno: gli interventi finalizzati alla non autosufficienza e quelli orientati alla socializzazione degli anziani autosufficienti (quali ad esempio i centri polivalenti per anziani).
I servizi più significativi ed onerosi per il sistema di welfare riguardano principalmente l’area della non autosufficienza quali a) l’indennità di accompagnamento e b) gli interventi finalizzati ad assicurare forme di cura residenziale e/o domiciliare. Su questa seconda tipologia si registra una forte difformità tra i diversi territori, in ragione di una molteplicità di fattori concomitanti, tra i quali particolare rilevanza assumono la territorializzazione del welfare (legge di riforma costituzionale del 2001), la mancata definizione dei fabbisogni sociali a livello nazionale e le forti sperequazioni in termini di risorse tra le varie regioni italiane e i differenti ambiti territoriali.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)