Uno studio di ricercatori guidati da Alessandro Cellerino, professore di Fisiologia della Normale di Pisa, in collaborazione con il Leibniz Institut on Aging di Jena, apre la strada ad un nuovo approccio per identificare i meccanismi attraverso cui il genoma determina la longevità. Il lavoro è stato pubblicato su Bmc Evolutionary Biology.
I ricercatori hanno scoperto che gli esemplari più vecchi dei pesci pagliaccio (Amphiprion ocellaris: il pesciolino Nemo reso famoso dalla Disney), presenti nelle vasche degli acquari europei, ad oltre vent’anni erano ancora in grado di riprodursi regolarmente. Gli studiosi, si legge in una nota della Normale “hanno voluto identificare le basi genetiche della loro longevità” e per farlo “hanno sequenziato parte del loro genoma confrontandolo con una specie a essi molto affine: il pesce Chromis viridis, comunemente detto castagnola o damigella”. Gli studiosi hanno verificato che nei pesce pagliaccio, le proteine contenute nel mitocondrio (l’organello che produce energia all’interno della cellula) e nel lisosoma (organello della cellula che distrugge le sue componenti danneggiate) si sono modificate in maniera significativa durante l’evoluzione. L'implicazione importante per la ricerca riguarda il fatto che i pesci pagliaccio, essendo di piccole dimensioni (8 cm circa), possono rappresentare il primo modello animale di longevità .
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)