Con l'aumentare della longevità mal di schiena e cervicale, ansia e depressione, diabete e difficoltà respiratorie sono il fardello di sempre più persone portano il peso. Tra il 1990 e il 2013 l’aspettativa di vita è aumentata di 6 anni — da 65,3 a 71,5 — in tutto il mondo, ma solo una persona su venti non lamenta malattie. Un terzo della popolazione mondiale (2,3 miliardi di individui) ha 5 o più disturbi contemporaneamente. La rivista The Lancet pubblica un rapporto su tutti gli acciacchi che affliggono la popolazione mondiale. Quasi 500 medici di 188 paesi hanno calcolato la diffusione di 301 malattie che, pur non essendo fatali, vanno ad incidere sulla qualità della vita e sui costi dei sistemi sanitari. Dal confronto tra i dati odierni (aggiornati al 2013) con quelli del 1990, anno di inizio del lavoro “Global Burden of Disease” (“il peso globale delle malattie”) sono uscite diverse informazion: oggi, come un quarto di secolo fa, la malattia che più incide sulla qualità della vita è il mal di schiena, seguito (in Italia) dalla cervicale, mentre in alcune nazioni la lombalgia è scavalcata da depressione o diabete. In Europa sono presenti anche disturbi neurologici e psichiatrici (ad esempio Alzheimer o ansia). In generale la vita media si è allungata ovunque, ma quella trascorsa in piena salute non altrettanto. I ricercatori hanno calcolato che gli “anni vissuti con disabilità” della popolazione mondiale sono passati dal 1990 a oggi da 537 a 734 milioni, con un aumento di oltre il 40%. il coordinatore della ricerca, Theo Vos dell’università di Washington conclude dicendo che «Non basta concentrarsi sul calo della mortalità. Bisogna dare più importanza alle malattie non fatali che provocano sofferenza e disabilità».
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)