La prostata è l’organo dell’apparato uro-genitale maschile che più spesso può dare problemi agli uomini. La ghiandola, infatti, con l’avanzare dell’età, aumenta di volume. Questo ingrossamento della prostata è noto come ipertrofia o iperplasia prostatica benigna, benigna perché la condizione non è associata alla malattia oncologica né fa salire il rischio di tumore alla prostata, la forma di tumore più comune nell’uomo. Prevenire la crescita della ghiandola non è possibile, ma è possibile controllare questo aumento di volume? L’abbiamo chiesto al dottor Alberto Saita, urologo di Humanitas. La ghiandola è fondamentale per l’organismo perché concorre con i testicoli alla formazione del liquido seminale. Tra le ipotesi che giustificano l’evoluzione ipertrofica della ghiandola c’è quella che richiama le variazioni ormonali cui l’uomo va incontro nel corso della vita che potrebbero indurre la crescita delle cellule della ghiandola. Dopo i cinquant’anni l’ipertrofia prostatica può cominciare a diventare un problema: difficilmente prima di questa età è sintomatica. I problemi associati a questa condizione sono correlati principalmente all’atto della minzione. Il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna avrà come scopo anche il contenimento della crescita della ghiandola: «I farmaci efficaci sono la finasteride e la dutasteride che agiscono sul sistema ormonale a livello prostatico inibendo la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone. L’assunzione di questi farmaci ha come possibile effetto collaterale un calo della libido e una riduzione dell’erezione; la loro efficacia comincia a manifestarsi dopo un’assunzione continuativa di almeno sei mesi». «Oltre a questi farmaci – conclude il dottor Saita – sono disponibili farmaci di derivazione fitoterapica, il più conosciuto è l’estratto di saw palmetto o palma nana (serenoa repens). Il medicinale ha azione decongestionante ma non è efficace per promuovere la riduzione della crescita della prostata».
(Fonte: tratto dall'articolo)