Sono stati diffusi i dati Istat sugli indicatori di mortalità dei cittadini residenti. Per ciò che concerne la mortalità, negli ultimi 40 anni la probabilità di morire nel primo anno di vita è scesa di oltre sette volte, mentre quella di morire a 65 anni di età si è più che dimezzata. Un neonato del 1976 aveva il 90% di possibilità di arrivare a 50 anni, se maschio, e a 59, se femmina. Quaranta anni più tardi, un neonato del 2016 può confidare in un 90% di possibilità di sopravvivere fino a 64 anni, se maschio, e fino a 70, se femmina. L'aumento della speranza di vita nel 2016, rispetto al 2015, deriva in gran parte dalla positiva congiuntura della mortalità nelle età successive ai 60 anni. Il solo abbassamento dei rischi di morte tra gli 80 e gli 89 anni di vita spiega il 37% del guadagno di sopravvivenza maschile e il 44% di quello femminile. Quanto alle diseguaglianze territoriali, bisogna dire che i valori massimi di speranza di vita si hanno nel Nord-est, dove gli uomini possono contare su 81 anni di vita media e le donne su 85,6. Quelli minimi, invece, si ritrovano nel Mezzogiorno con 79,9 anni per gli uomini e 84,3 per le donne.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)