I risultati dell'indagine Istat sulle condizioni di vita, reddito e carico fiscale mostrano una crescita del reddito disponibile e del poter ed'acquisto delle famiglie (riferito al 2015), associata a un aumento della disuguaglianza economica e del rischio di povertà o esclusione sociale. Il reddito netto medio annuo per famiglia (esclusi gli affitti figurativi) è pari a 29.988 euro, circa 2.500 euro al mese (+1,8% in termini nominali e +1,7% in termini di potere d'acquisto rispetto al 2014). Tuttavia, metà delle famiglie residenti in Italia percepisce un reddito netto non superiore a 24.522 euro l'anno (circa 2.016 euro al mese). In Italia, la quota di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale è passata dal 28,7% al 30,0% tra il 2015 e il 2016. Peggiorano le condizioni per le persone che vivono sole e per coloro che vivono prevalentemente di reddito da lavoro autonomo o di reddito da pensioni e/o trasferimenti pubblici. Se guardiamo alle caratteristiche socio-demografiche del principale percettore, i dati Istat rilevano che, le famiglie con principale percettore donna (composte in media da 1,9 componenti) sono costituite in maggioranza da anziane sole o da coppie con figli e hanno un reddito mediano inferiore di circa 8 mila euro rispetto a quello delle famiglie con principale percettore uomo. Se poi osserviamo il reddito mediano in base all’età del percettore vediamo che aumenta con l’età e raggiunge il valore massimo tra i 54 e i 65 anni (30.260 euro). Si riduce repentinamente, toccando il valore più basso, dall’età pensionabile in poi (20.000 euro). Inoltre, il 41,1% dei redditi da lavoro autonomo e il 29,7% di quelli da pensione si collocano nella fascia di reddito più bassa al di sotto dei 10.000 euro annui, rispetto al 23,6% dei redditi lordi da lavoro dipendente. Poco più dell’1% dei redditi lordi da pensione supera i 70.000 euro annui, a fronte del 3,2% dei redditi da lavoro autonomo e del 2,0% di quelli da lavoro dipendente.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)