Giancarlo Blangiardo, professore ordinario di Demografia all’Università di Milano-Bicocca, analizza e commenta gli indicatori demografici Istat sul 2017.
“Ci sono due aspetti da sottolineare: il primo è che la popolazione totale diminuisce perché le nascite calano drasticamente e le morti aumentano. Per la prima volta in un periodo “tranquillo” il saldo naturale è così basso (-183mila): era andata peggio di così solo due volte nel nostro Paese, nel 1917 e nel 1918, anni drammatici tra epidemia di spagnola ed effetti della prima guerra mondiale. Il secondo aspetto è che manca il ricambio generazionale, con la componente anziana della popolazione che tende ad accrescere. Gli over 65 rappresentano il 22,6%, in continua crescita rispetto al passato: ciò significa che stiamo progredendo verso un modello di Paese nel quale la presenza di persone vecchie o molto vecchie andrà ad aumentare in termini numerici, con un forte impatto su sistemi di welfare e sistemi sanitari”. "É evidente che dobbiamo gestire una crisi demografica che c’è, che è stata sottovalutata e talvolta ignorata, e se non lo facciamo il finale della storia non sarà piacevole. Se continuiamo in questa direzione nel 2047, in Italia, avremo 400.000 nati e 800.000 morti: è quello che vogliamo?”.
(Fonte: tratto dall'articolo)