Il Report Istat "Reazione dei cittadini al lockdown", diffuso il 25 maggio, ci offre un quadro completo di come gli italiani hanno vissuto la prima fase dell'emergenza fra il 5 e il 21 aprile.
Ne emerge la fotografia di un Paese compatto contro il Covid-19 e che tutto sommato non ha percepito quel momento in modo non traumatico. Più di 9 cittadini su 10 (91,2%) hanno considerato utili le regole imposte per contrastare l’evoluzione della pandemia e analoga (89,5%) è stata la percentuale di coloro che hanno percepito come “chiare” le indicazioni su come comportarsi per contenere il contagio.
Infatti, 3 cittadini su 4 - scrive l’Istituto - hanno usato parole di significato positivo per descrivere il clima familiare e molto alta è stata inoltre la fiducia manifestata verso il personale medico e paramedico e verso la Protezione civile (da 0 a 10 circa 9 nel primo caso e 8,7 nel secondo).
La forte propensione all’interpretazione positiva della esperienza di lockdown è trasversale alle varie fasce di popolazione e all’area geografica ma nel Centro-Nord la percentuale di espressioni positive è più bassa rispetto alle altre del Paese, pur restando fortemente maggioritaria (70%).
Il lavaggio delle mani e l'igiene della casa
Durante il lockdown gli italiani si sono lavati le mani in media quasi 12 volte al giorno, segno che le indicazioni sono state recepite, ma diversa è la propensione a questa prassi fra le varie età. Il 16% del campione si è lavato le mani almeno 20 volte nel giorno precedente l’intervista (segnale che può essere interpretato anche come ansia) e si arriva al 22,4% tra le persone di 55-64 anni; la quota scende tra gli over 75 (5,9%) e nel Mezzogiorno (12,2%).
Meno di 1 persona su 3 (27,8%) ha riferito di aver pulito o disinfettato le superfici della cucina e dei mobili della casa, almeno tre volte nell'ultimo giorno dell'intervista; lo hanno fatto di più le donne e gli anziani (di 65-74 anni rispettivamente 35,1% e 36%).
Le mascherine: quanti le hanno usate e come se le sono procurate
L’uso delle mascherine è stato diffuso in tutto il Paese, a prescindere dalle condizioni di maggiore o minore rischio di contagio della zona di residenza. Dei 5 milioni e mezzo di individui che non hanno usato la mascherina, quasi 7 su 10 (il 68,6%) probabilmente non ne ha avuto bisogno (il 20,4% ne aveva la disponibilità ma non ha avuto bisogno di usarla, il 48,2% non l’ha cercata). Le persone si sono procurate le mascherine in diversi modi. Nella metà dei casi in una farmacia o in un negozio di sanitaria; in circa 2 casi su 10 (22%) le hanno ricevute da parenti o amici mentre poco più di 1 persona su 10 (il 12,4%) le ha fatte in casa o le ha ricevute di fattura artigianale da un conoscente, il 6,5% le ha acquistate su internet.
Le visite
Sul fronte delle visite, fatte o ricevute, non emergono differenze di genere e anche quelle per età sono modeste: la quota di chi è uscito per fare visite si attesta intorno al 22% per tutta la fascia di età 18-64 anni e scende sotto la media tra la popolazione di 65 anni e più (circa il 10%). Le differenze sono molto contenute anche a livello territoriale: le uscite per le visite sono state molto limitate in tutte le aree del Paese. Chi è uscito, in oltre l′82% dei casi, è andato a trovare familiari e parenti (genitori/suoceri 45%), circa 1 italiano su 3 (29%) ha fatto visita ad amici, vicini o altre persone.
Quanto alle visite ricevute, come prevedibile, sono stati soprattutto gli anziani a riceverle.
Questi i dati del Report Istat.
Il 23,6% della popolazione over 18 ha ricevuto visite da persone che hanno portato loro la spesa, farmaci o sono venute per fare compagnia (si tratta di 11 milioni e 846 mila persone, di cui più della metà di 65 anni e più). La quota di chi ha ricevuto visite è molto contenuta e inferiore alla media per tutta la fascia di età 18- 64 anni, sale poi al 32,3% tra la popolazione di 65-74 anni e raggiunge il 60,1% tra gli over 75.