Una società che diviene progressivamente più matura sul piano demografico esige, da un lato, la migliore comprensione della realtà nelle sue diverse articolazioni e, dall’altro lato, l’avvio di politiche ispirate ai principi della cittadinanza piena di tutti i soggetti e coerenti con una domanda di qualità sempre più elevata.
Ciò impone in particolare alle istituzioni locali una capacità di attenzione ai bisogni espressi dalle diverse fasce della popolazione anziana, che non si riduca unicamente alla riparazione dei danni provocati dalle situazioni di emergenza, ma sostenga e promuova tutte le possibili iniziative idonee a valorizzare le energie e le potenzialità espresse dalle componenti più vitali.
La ricerca, condotta su un campione di oltre 2.000 capifamiglia italiani, propone una interpretazione più equilibrata sul piano conoscitivo della condizione anziana, rivalutando quelle aree, peraltro maggioritarie, di vitalità troppo spesso trascurate dal prevalere di impostazioni di segno assistenzialistico.
Ne conseguono una serie di indicazioni per gli interventi di politica sociale variamente declinate sul binomio promozione-assistenza, all’interno di un approccio di sistema che abbia di mira contestualmente i principali snodi della vita collettiva (informazione, mobilità, servizi sociali), l’orientamento delle politiche culturali, l’allargamento della partecipazione civile, il sostegno alle forme di autorganizzazione su base volontaria.
In una società ad elevato tasso di frammentazione il filo trasversale dell’età matura può cosi divenire un elemento di giunzione assai significativo. (Fonte: www.50epiu.it)