Auser e Spi-Cgil, hanno diffuso la ricerca, curata da Claudio Falasca, su “Problemi e prospettive della domiciliarità il diritto d’invecchiare a casa propria”. I dati ci dicono in sintesi che, nel 2045 gli over 65 saranno un terzo della popolazione (33,7%), mentre il totale degli italiani diminuirà del 3,5% arrivando a 58 milioni e 600.000. Allo stesso tempo, si avrà un aumento consistente dei non autosufficienti: 300.000 in più nel 2025, 1.250.000 in più nel 2045 e 850.000 nel 2065. Fra il 2009 e il 2013, in Italia, gli anziani sono aumentati dell’8,6%; passando da circa 12 milioni a oltre 13 milioni. Nello stesso arco di tempo, gli anziani che hanno beneficiato del Servizio di Assistenza Domiciliare(Sad) sono diminuiti del 21,4% ; gli assistiti sono passati da 190.908 a 149.995 , scendendo dall’1,6% della popolazione anziana del 2009, all’1,2% del 2013. La famiglia italiana continua a svolgere un ruolo centrale nel lavoro di cura contando soprattutto sulle donne che però sono sempre più impegnate nel mondo del lavoro. Se l’attuale tasso di occupazione femminile in Italia (48,1%), dovesse raggiungere la media europea (61,5%), il lavoro di cura familiare perderebbe circa 2.500.000 caregiver. Il flusso di spesa collegato alla non autosufficienza è stimato dal Censis in 9 miliardi l’anno per la retribuzione delle badanti e in 4,6 miliardi per spese medico sanitarie ( farmaci, analisi, visite, trattamenti riabilitativi ecc.) A fronte di un bisogno che cresce e di una offerta che cala si investe per il welfare solo l’1,9% del pil. Le politiche sulla non-autosufficienza sono inadeguate; questa ricerca offre una serie di soluzioni che saranno presentate a settembre in una sede istituzionale.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)