(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Noto Sergio

Italia, le conseguenze della demografia e la dittatura degli anziani

www.ilfattoquotidiano.it, 05-04-2016

La demografia, più della finanza, dell’economia, della cultura e perfino più del calcio «parla» della nostra società e ci fornisce informazioni.
Nello specifico i dati demografici relativi all’Italia (Istat 2015), e in particolare alla struttura della popolazione, sono quanto di più serio e preoccupante si possa trovare, pure nel gran numero di dati negativi che purtroppo negli ultimi decenni farciscono le statistiche sull’Italia. 

 Il dato più «pesante» riguarda l’età media della popolazione. L’indice di vecchiaia oggi è già molto elevato (=151), cioè abbiamo 1,5 over 65 per ogni under 14; nel 2030 avremo 2,07 vecchi per ogni giovane. Oggi la popolazione con più di 65 anni è già il 21,7% della popolazione totale. Tradotto in termini elettorali significa che i «vecchi» incidono sulla base dei votanti per oltre un quarto complessivo dell’elettorato. Questa percentuale è destinata inevitabilmente a crescere nei prossimi anni e si prospetta una sorta di «dittatura» degli anziani sulla politica italiana. Il problema delle pensioni è il più evidente: gli anziani hanno pensioni che sono il doppio o il triplo di quelle dei loro figli e nipoti, anche a parità di contributi, e non vogliono saperne di ridursele a vantaggio dei giovani. In realtà – come è fisiologico – gli anziani hanno una concezione egoistica e individualistica dell’esistenza, naturalmente connessa alla loro più breve aspettativa di vita. Quindi, ad esempio, ogni provvedimento legislativo che comporti sacrifici oggi, in vista di un miglioramento di medio lungo periodo, li vedrà ovviamente sempre contrari. Vogliono ospedali, non scuole. Vogliono assistenza domiciliare, non biblioteche. Vogliono marciapiedi e panchine, non comunicazioni rapide e a basso costo.
Onestamente, senza finzioni, è il caso di incominciare ad essere consapevoli di queste conseguenze della struttura demografica, e iniziare a pensare a qualche contromisura, per evitare che gli squilibri della popolazione si riverberino e amplifichino i già gravi problemi economici e sociali.

(Fonte: tratto dall'articolo)

Approfondimenti on line
TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Noto Sergio
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2016-04-05
Numero
Fontewww.ilfattoquotidiano.it
Approfondimenti Onlinewww.ilfattoquotidiano.it/2016/04/05/italia-le-conseguenze-della-demografia-e-la-dittatura-degli-anziani/2610532/
Subtitolo in stampawww.ilfattoquotidiano.it, 05-04-2016
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
Volume
Approfondimenti
Approfondimenti on line
Noto Sergio
Parole chiave: Analisi demografica Politiche riferite alla popolazione anziana Rappresentazione sociale della vecchiaia Sistema pensionistico