Antonio Golini è lo studioso che per primo individuò la crisi demografica italiana, quando ancora predominava il concetto di “esplosione” demografica. Ora in un libro–intervista con il giornalista Marco Valerio Lo Prete, il noto demografo analizza il fenomeno, che ultimamente ha raggiunto livelli preoccupanti.
Come sottolineano gli Autori l’Italia, inoltre, è uno dei Paesi con la più bassa incidenza delle nuove generazioni: la quota delle persone fino a 25 anni dal 1926 al 2017 è scesa dal 49% a poco più del 23%.
Di conseguenza l’Italia, divenuta il secondo Paese più vecchio del pianeta, ha contratto un "debito demografico" nei confronti delle generazioni future. Questo debito è misurato dai demografi con l’indice di "vecchiaia", cioè il numero di persone con più di 65 anni di età come proporzione rispetto a quelle con meno di 15 anni d’età.
L’indice in questione è aumentato dal 16% del 1871 al 62% del 1981; nel 2001 è balzato al 132%, poi al 150% dieci anni dopo. Al 1° gennaio 2018, in Italia ci sono 168,7 anziani ogni 100 giovanissimi; tra vent’anni diventeranno 265 ogni 100.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)