Con il censimento 2022 sulla popolazione residente in Italia e sulla dinamica demografica del Paese, l’Istat afferma che l’Italia perde popolazione e invecchia nonostante il contributo degli stranieri. I dati sull’invecchiamento accentuano lo sbilancio generazionale: per ogni bambino con meno di 6 anni, ci sono più di 5 anziani. Secondo l’indice di vecchiaia, se nel 1971 si contavano 46 over 65 ogni 100 giovani under 15, oggi se ne contano 193.
Si conferma un dato che era noto da tempo, cioè il record negativo per la natalità: 393mila nel 2022, quasi 7mila in meno rispetto al 2021(-1,7%). Segnali positivi si registrano per i movimenti migratori, mostrando, rispetto al 2021, incrementi moderati nei flussi migratori interni e incrementi più marcati per le iscrizioni dall’estero, cui si accompagna una riduzione dei flussi in uscita dal Paese. La differenza tra entrate (411mila) e uscite (150mila) con l’estero restituisce un saldo migratorio netto pari a +261mila, il più alto osservato negli ultimi 11 anni.
Il tasso migratorio con l’estero, pari al 4,4 per mille in media nazionale, varia dal 3,2 per mille del Mezzogiorno al 5,1 per mille del Centro. Quasi la metà degli stranieri censiti nel 2022 è di cittadinanza europea (47,0%), il 23,0% asiatica, il 22,4% africana e il 7,6% americana. La cittadinanza dell’Unione europea è quella maggiormente rappresentata (27,1%), seguono quelle dell’Europa centro orientale (19,1%), dell’Africa settentrionale (13,4%) e dell’Asia centro meridionale (12,1%).
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)